sabato 11 maggio 2024

11 maggio 2024 - da Maggio (LC) a Culmine San Pietro

Da Maggio a Culmine San Pietro, alla ricerca delle mie radici, lungo flebili ricordi e dettagli sbiaditi.
Nella mia memoria rimangono le brevi soste a Maggio quando, di ritorno dai campi di sci, il papà ci portava a salutare uno dei tanti cugini della nonna.
Felice, si chiamava…o forse Giovanni… Poco importa, visto che di lui rammento solo il dettaglio di una cucina popolata di presine create con l’uncinetto.
E poi le passeggiate nei luoghi che avevano accolto mio padre, suo fratello minore e la nonna, sfollati durante la guerra.
Qualche foto, trovata nella casa ormai vuota dei miei, li ritrae davanti ad una cascina. Le teste dei bambini rasate a zero, per timore dei pidocchi. Un telo sul prato, sorrisi di volti a cui non riesco ad associare un nome. Storie ormai chiuse nel silenzio dell’oblio.
Ho cercato quella cascina oggi e la casa di Felice e i prati dove coglievo i fiori da bambina e la discesa che percorrevo con lo slittino in inverno, ma tutto appartiene solo al passato.
Ore 11:10, mi guardo attorno.
Maggio non è più quello che ricordavo.
Sono spariti anche i racconti che il papà rievocava, quelli del cantastorie (un vecchio zio) che ogni sera intratteneva donne e bambini nella stalla. Tutti restavano appesi al filo della sua voce, capace di esorcizzare persino l'orrore della guerra.
Parcheggiamo l’auto nei pressi della chiesa e proseguiamo lungo la strada asfaltata verso la fontana di San Lorenzo.
Alla sua sinistra ha inizio il sentiero che porta al Culmine.
Un’ora circa di cammino, lungo un percorso sterrato dalla pendenza costante, all’ombra di un fitto bosco di castagni e frassini, oggi stranamente privo di profumi.
Pochi i fiori, ad esclusione di una marea di soffioni…
a.t.


























lunedì 22 aprile 2024

sabato 13 aprile 2024 - Il grande ciliegio

Nelle campagne di Vergo-Zoccorino, presso la Cascina Casanesca vive, o meglio, sopravvive il ciliegio selvatico più grande della Lombardia, inserito nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia, con tanto di legge n. 10/2013 e decreto 23 ottobre 2014.

Oggi, vedere parte del suo tronco ricoperto di rovi, non è stato entusiasmante.
Un cartello dall'aspetto poco dignitoso ne evoca l’importanza  e suggerisce i comportamenti rivolti agli avventori.
Che l’abbondante crescita di sterpaglie attorno al tronco di questa magnifica pianta sia una scelta strategica per evitare che qualche p**la ( perdonatemi il termine, ma non ho trovato un sinonimo più adatto) cerchi di emulare il Barone Rampante, mi pare un’ipotesi troppo stiracchiata.
Perché dunque una creatura così longeva, si parla di 150/200 anni, inserita in un elenco tanto prestigioso non viene protetta in modo più idoneo?


Dal web: un gemello del ciliegio sta crescendo a Roma, nel sito archeologico di Villa dei Quintili ed esattamente nel Giardino dei Patriarchi, che accoglie 20 piante nate dalla talea di altrettanti alberi monumentali, uno per regione.
a.t.










lunedì 8 aprile 2024

7 aprile 2024 - da Suello al Buco della Sabbia

Affidandoci alle piantine di G**gle, oggi decidiamo di percorrere il sentiero che da Suello (LC) porta verso la Buca di Sabbia, grotta situata sul versante sud orientale del Monte Cornizzolo.

Dietro la chiesa parrocchiale del paese, seguiamo i cartelli con indicazione Priel, Monte Cornizzolo, San Pietro al Monte, percorrendo le strette vie, fino alla salita che segue un canale.  





Imbocchiamo poi la Via Crucis, che da queste parti non può che essere in “sostenuta pendenza”. 
Il cielo leggermente velato e il bosco ci danno una mano a sopravvivere alle XIV stazioni.


Scale, scalette e scaloni che tolgono il fiato, mentre sopra le nostre teste si librano due rapaci dall'apertura alare convincente.





Soste premi con vista laghi



Con il fiato corto e le gambe che friggono, giungiamo al Priel, luogo panoramico e attrezzato con tavoli e panche.


Al primo bivio, poco distante, parte sulla destra un tratto di sentiero finalmente pianeggiante. Le nostre gambe e i nostri polmoni possono gioire, ma non per molto.
 




Una successiva discesa ci fa perdere velocemente quota: la montagna ci presenta poi il conto, con un bel tratto di salita  fra roccette, gradoni e catene. 




Ai nostri piedi i laghi di Pusiano



e quello di Annone, avvolti da una leggera foschia.


Le indicazioni per nulla precise e il groviglio di sentieri che si diramano ovunque  non ci aiutano e un paio di volte imbocchiamo il sentiero sbagliato ( fa e disfà....)




Osservando  una mappa naïf che incrociamo "nel mezzo del cammin..."constatiamo che il sentiero che avrebbe dovuto condurci alla meta non è neppure citato.


All'ennesimo bivio troviamo finalmente l'indicazione per l'agognato Buco della Sabbia.
Due cose le abbiamo comunque imparate: 
1) da queste parti la parola bivio non corrisponde a "due strade"
2)  ci vorrebbero anni per percorrere tutti i sentieri in quel del Cornizzolo


Così, sempre scortati dai due rapaci che veleggiano sopra i nostri capi e circondati da una marea di margherite,




imbocchiamo il sentiero delle Croci,
 



fino alle falesie, oggi  affollate da impavidi scalatori.
Il Buco, che ormai avevamo dato per disperso, ci attende.



Personalmente mi sono accontentata di sbirciare l'ingresso, restando nella zona antistante le due
 camere accessibili. La situazione era troppo claustrofobica per i miei gusti .
Incuriosita dal nome, ho poi trovato sul web che il Buco di sabbia deve l’appellativo al gran lavoro dei primi speleologi e archeologi che la individuarono, costretti a rimuovere strati di sabbia per accedervi. 
Sempre dal web, in una terza camera sono stati trovati resti umani seppelliti in modo rituale, con corredi e utensili. Questa grotta fu utilizzata come riparo anche dai soldati romani che controllavano il vicino Dosso della Guardia.






E dalla antica via romana, facciamo ritorno a Suello...


...sotto un cielo colorato dai parapendii partiti dal Cornizzolo.





a.t